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Coronavirus, con le quarantene calano le emissioni. Ma non bisognerà ripartire come prima.

Il Covid-19 e le misure di contenimento applicate dai diversi Paesi sono sempre al centro dell'attenzione, in queste settimane. Un momento complicato e doloroso per molte zone d'Italia, a partire dalla Lombardia.
Ma da questa situazione tanto difficile arriva anche anche un'indicazione – un'altra, se mai ce ne fosse stato bisogno – sulla direzione da prendere per il futuro.
In Cina e nel Nord Italia, infatti, già nelle prime settimane di “lockdown” sono calati emissioni e inquinamento atmosferico, come mostrano i dati rilevati da enti come Ispra, Esa, Nasa. Segno che le scelte del mondo dei trasporti e della logistica sono fondamentali per contrastare il cambiamento climatico. 

I dati raccolti sono decisamente chiari, secondo molti esperti. Il Center for Research on Energy and Clean Air, ente internazionale che fa ricerca sull’inquinamento atmosferico, ha stimato per la Cina una riduzione del 25% delle emissioni di anidride carbonica dai primi di febbraio all'inizio di marzo, rispetto allo stesso periodo del 2019. Motivo, proprio le misure contro il coronavirus che hanno ridotto attività produttive, spostamenti e trasporto delle merci. 

Per Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, la Fondazione UniVerde, partendo dai dati dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha stimato un calo di oltre 278mila tonnellate complessive nelle emissioni di Co2, nei primi 15 giorni di restrizioni.
Sempre sul Nord Italia arrivano dati interessanti dal progetto Copernicus dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea. Attraverso i satelliti, Copernicus rileva e analizza le emissioni di diossido di azoto, un gas che non contribuisce direttamente all'effetto serra ma funziona da “sentinella” perché viene prodotto soltanto dalle attività umane, a differenza dell'anidride carbonica che deriva anche da fonti naturali.
Bene, Copernicus da gennaio a marzo ha registrato un calo “particolarmente evidente” del diossido di azoto nella pianura Padana, ha spiegato il direttore di missione Claus Zehner. E gli scienziati dell'Esa sono “molto sicuri” del fatto che questa riduzione sia legata alle misure contro il coronavirus.

Questi effetti però saranno soltanto temporanei, spiegano gli esperti, se non ci saranno interventi specifici nei vari settori.
Se si parla dei trasporti, secondo il Carbon budget 2019 elaborato dal Global Carbon Project, il settore costituisce una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica da fonti fossili e in particolare da derivati del petrolio, con un trend in aumento che non accenna a fermarsi. 

I dati sulle emissioni di Co2 derivante dai trasporti analizzati nel "Carbon budget" 2019 del Global Carbon Project.

Per questo molti scienziati e ricercatori auspicano che il rilancio delle attività economiche dopo la pandemia sia impostato su interventi e strategie per la riduzione delle emissioni. Un passaggio nel quale saranno fondamentali le decisioni dei governi sui finanziamenti da mettere in campo nel prossimo futuro, sostiene ad esempio Glen Peters, direttore della ricerca al Center for International Climate and Environment Research di Oslo.

Se blocchi e limitazioni imposti per contenere la diffusione del Covid-19 hanno portato alla riduzione delle emissioni, insomma, per il futuro bisognerà puntare ad interventi strutturali. E per il nostro settore, i trasporti, tutti dovremo aumentare l'impegno per una logistica sostenibile e meno inquinante possibile.